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Remo "la barca" veniva chiamato,
perchè in marina si era arruolato ed anche quando lui era tornato, il soprannome non era cambiato. Lui arrivava con la pettorina, le braghe a sventola della marina, ed agli amici del bar raccontava le avventure di quando viaggiava. Solite storie di marinai, però di donne non parlava mai, per una donna si era arruolato, per una donna che lo aveva lasciato. E se qualcuno quel nome faceva, Remo "la barca" arrossiva e rideva, poi mormorava: "è acqua passata", con una voce un poco stonata. Fu in quell'incontro avvenuto per caso, che lei ridendo disse: "mi sposo", cadde un silenzio, ma sopra il suo viso, parlò una lacrima mista a un sorriso. La stessa notte, col buio nel cuore, Remo "la barca" cercava il suo amore e col ricordo dei giorni più belli, l'ultimo addio mandava alle stelle. Due sole righe sopra ai giornali: "Remo Guidotti in via tal dei tali, d'anni trentuno, non ammogliato, la scorsa notte s'è suicidato". Sopra il suo cuor, nel giubbotto di pelle, un'istantanea di una fanciulla, con una dedica un poco sbiadita: "A Remo mio per tutta la vita". |
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